Santuario Beata Vergine delle Grazie - PINEROLO
Il complesso di San Maurizio e di Madonna delle Grazie
Accesso: Il complesso si trova a Pinerolo, leggermente sull’alto rispetto alla città ed è visibile da tutta la pianura circostante.
Basilica di San Maurizio e Santuario Madonna delle Grazie
Pinerolo si raggiunge facilmente, da Torino, in 20 min. d’automobile lungo l’Autostrada del Pinerolese (A 55). Dal centro della città subalpina, lungo via Trieste e poi via della cittadella, si giunge in pochi minuti sullo splendido piazzale alberato antistante l’antica chiesa di S. Maurizio (Km 30 da Torino).
La Chiesa basilicale di San Maurizio ha conservato intatto il ricordo della sua fiorente stagione medievale e, alta sul colle che domina la città, ha finito per diventarne addirittura il simbolo, grazie al caratteristico profilo della sua torre campanaria, ben visibile dalla pianura.
Chiesa di San Maurizio
L’edificio attuale, riportato a nuova vita da recenti restauri (1988), non è più quello originario voluto da Olderico Manfredi nel 1024: l’antica chiesa romanica fu completamente riedificata nelle nuove forme del gotico a partire dal 1463, per volontà dell’abate dell’Abbazia di s. Maria di Pinerolo Tommaso di Sur, che riteneva ormai insufficiente per l’accresciuta popolazione della città. Tra alterne vicende i lavori durarono sino al 1618, consegnandoci per successive aggiunte un complesso edificio a cinque navate, solo in parte manomesso dai restauri ottocenteschi, che portarono al rifacimento della facciata e delle volte centrali, gravemente danneggiate dal terremoto del 1808.
Basilica di San Maurizio
Le testimonianze più antiche dell’edificio si trovano sulla facciata interna della chiesa: appena entrati, a destra, si può ammirare una bella "Pietà" del XVI secolo e un po’ più in là una finissima Madonna con Bambino tra Santi, datata 1470. Percorrendo il suggestivo interno dalle belle volte a crociera, un po’ appesantite dalla ragnatela di decorazioni neogotiche del pittore Ferrero, in fondo alla chiesa si ammirano le due belle tele settecentesche della "Nascita della Vergine" del Beaumont (abside navata sinistra) e dell’Ascensione, del Petrini (altare centrale). Di particolare interesse storico, in fondo alla navata destra, è il sepolcro contenente i resti dei Principi d’Acaia, qui traslati nel 1896 dai ruderi della distrutta Chiesa di San Francesco, un capolavoro di arte gotica abbattuto nel 1808 a seguito di un terremoto. Una lapide marmorea ricorda la memoria dei quattro principi Filippo, Giacomo, Amedeo e Lodovico, che esercitarono il proprio dominio sulla città e sulla Marca del Piemonte dal 1295 al 1418.
Interno Basilica di San Maurizio
Sul fianco destro, all’esterno, la chiesa di S. Maurizio è impreziosita da un caratteristico campanile gotico che dal XIV sec. svetta nel cielo di Pinerolo con la sua leggera teoria di bifore, doppie bifore e trifore affiancate da tondi maiolicati e coronate dall’alta cuspide ottagonale. Curioso il grande quadrante dell’orologio (uno tra i più antichi d’Italia), che nel 1840 venne a sostituire il precedente meccanismo già collocato sulla torre sin dal 1380, per essere ben visibile anche dalla pianura ha un’rsquo;unica grande lancetta che segna solamente le ore che, sul quadrante, compaiono in numero di 24.
Santuario Madonna delle Grazie
Appena dietro l’abside di San Maurizio, sorge il piccolo ma grazioso tempietto dedicato alla Madonna delle Grazie, santuario della devozione tradizionale dei Pinerolesi, che hanno tappezzato di ex voto il minuscolo interno a pianta centrale.
Santuario Madonna delle Grazie
Citato con l’intitolazione alla Madonna delle Grazie per la prima volta nel 1679, il santuario reca, sull’altare una raffigurazione della Madonna probabilmente anteriore alla sua intitolazione. Eretto nelle forme attuali nel 1779 su un precedente edificio cinquecentesco, fu dotato dell’odierna facciata solo nel 1910, quando l’ingegner Stefano Cambiano realizzò l’ampio terrazzo panoramico antistante.
Interno Santuario Madonna delle Grazie
Da qui lo sguardo può spaziare, a destra, su tutta la città antica, con la pittoresca cascata di tetti rossi che scende giù dal colle sino al piano dov'è riconoscibile la cattedrale di San Donato.
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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 31.12.2019
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