Il complesso monumentale di Santa Croce e Tutti i Santi a Bosco Marengo
Per quanto posizionata nella grande pianura alessandrina, in un luogo di per sé non molto attraente dal punto di
vista paesaggistico, questo complesso abbaziale merita una visita per l’importanza storica ed artistica che
riveste. Esso, infatti, per quanto isolato nelle campagne, rappresenta il primo luogo in Europa in cui trovarono
applicazione le tesi della Contro-Riforma. Non per nulla l’abbazia fu costruita per ospitare i monaci dell’ordine
Domenicano che, assieme alla Compagnia di Gesù, erano incaricati della repressione dell’eresia.
Complesso Santa Croce e Tuttii Santi a Bosco Marengo
Il complesso, intitolato alla S. Croce ed Ognissanti, fu voluto fortemente da Pio V, ovvero Michele Ghisleri,
nativo di Bosco Marengo, inquisitore, fustigatore di costumi, nemico della corruzione, salito al soglio pontificio
nel 1566 e rimastovi per soli 6 anni durante i quali, però, ebbe tempo di promuovere e favorire la sconfitta turca
di Lepanto nel 1571, che ebbe il merito di arrestare, almeno temporaneamente, l’espansionismo ottomano in
Europa. L’abbazia sorse a seguito della promulgazione della bolla Praeclarum quidem opus il 22 luglio 1566 e fu
progettata da fra Ignazio Danti e Martino Longhi.
La grande struttura è uno dei più alti esempi di architettura rinascimentale successiva al Concilio di Trento e
comprende la chiesa, due chiostri, il refettorio e la biblioteca a tre navate e svariati altri ambienti.
Pio V, con la costruzione di questa abbazia, intendeva favorire, attorno ad essa l’unificazione dei due centri di
Frugarolo e Bosco Marengo in un solo grande nucleo urbano che comprendesse al suo centro la struttura.
la costruzione del grande convento fu portata a termine negli ultimissimi anni del XVI sec. e fu seguita, nel secolo
successivo, da numerosi interventi di ampliamento e restauro, che non ne mutarono i caratteri originari.
Dotato di terre e di rendite, il convento, che disponeva addirittura di una grande peschiera per l’allevamento
di pesci, era del tutto autosufficiente. In una grande erboristeria interna i monaci producevano farmaci, liquori
ed infusi che venivano commercializzati.
Tra gli ospiti dell’abbazia vanno ricordati: l’infanta di Spagna Margherita, figlia di Filippo IV, diretta in
Austria per il suo matrimonio con l’imperatore Leopoldo, che vi si fermò nel 1666 con la sua corte, Napoleone,
che vi rimase per qualche giorno nel 1796 durante la prima campagna d’Italia (e non nella seconda, quando si
combatté la battaglia di Marengo), Carlo Alberto ed il figlio Vittorio Emanuele (poi Vittorio Emanuele II) nel
1846.
Soppresso nel 1802 dai francesi e poi ancora nel 1860, dopo breve ripresa, il convento divenne ospedale oftalmico,
deposito militare e fino al 1989, addirittura rifortmatorio.
La chiesa, sicuramente la parte artisticamente più interessante dell’abbazia, si presenta all’esterno con una
grande facciata ripartita in tre settori (quelli che all’interno formeranno tre navi) tipicamente rinascimentale e
di foggia bramantina, dominata al centro da un grande portale affiancato da colonne in marmo e sovrastato da una
grande ghimberga. Al centro, nella sezione superiore della facciata, le insegne di Pio V che ne fu, come detto,
il committente.
All’interno, a tre navate lungo due delle quali si affacciano numerose cappelle: ciclo di grandi tele di Giorgio
Vasari, uno tra i massimi interpreti della pittura rinascimentale, nonchè biografo di numerosi artisti del
medio-evo, cenotafio del pontefice (che non vi fu mai sepolto) di Giannantonio Buzzi, coro ligneo di Angelo Marini
il Siciliano e Giovanni Gargioli, opere pittoriche di Morandini, Cossali, Moncalvo, Preda, Tencala e
Morazzone. Inoltre va ricordato un grande organo del XVI secolo (uno dei pochi in Italia risalenti a
quest’epoca). Nel convento, invece, bisognerà ricordare la sala capitolare, il chiostro, la biblioteca, poi
attrezzata come cappella.
Accesso: Il paese si raggiunge da Torino, lungo la Autostrada A 21 Torino – Piacenza ed uscendo al casello di
Alessandria. Di qui si segue la S.S. 10, che in questo tratto prende il nome di via Genova e che attraversa il
Ponte sul Bormida per raggiungere Spinetta Marengo. Da Spinetta, in breve a Bosco Marengo, passando per l’abitato di
Frugarolo; il complesso si trova nella campagna tra questi due ultimi abitati (Km 112 da Torino).
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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 24.01.2020

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