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L’ Ex Voto nella storia e nelle sue tipologie

L’abitudine di offrire ex voto in cambio di una presunta grazia ricevuta è certamente assai antica.
A Malta, nel museo civico della città di Medina, sono conservate tavolette di epoca precristiana (quindi rivolte a divinità pagane), ove sono incise raffigurazioni che in qualche modo riproducono il motivo e la situazione per cui è stata richiesta la grazia.
Antico ex-voto nella cripta di sant'Agata a Rabat
Anticamente gli ex voto non erano tanto dipinti quanto manufatti ricamati, o in argento raffiguranti un cuore quando riferiti a salvezza ottenuta in caso di incidenti o a guerra o addirittura la parte anatomica guarita in caso di malattia: testa, braccia, gambe, fegati, polmoni e quant’altro.
Antico ex voto in argento raffigurante un braccio d’argento
Tra gli ex voto presenti nei santuari dei nostri dintorni va considerato che quelli riferiti a malattie sono i più antichi e numerosi (circa 50% del totale), quelli relativi alle guerra circa il 30% del totale, seguiti poi da quelli che raffigurano incidenti, malattie degli animali o malattie (o incidenti) occorsi a bambini. Vi sono poi tavolette ove sono dipinte persone che pregano, ma non sono esemplificate situazioni particolari. Si tratta degli ex voto con soggetti “oranti”, che spesso pregano per situazioni giudiziarie o amministrative risoltesi nel modo migliore o per altre situazioni indefinibili e talora indescrivibili.
Ex voto per grazia ricevuta in guerra - Santuario di San Chiaffredo
Se osserviamo questi dipinti vedremo che nei più antichi la figura cui ci si rivolge (la Madonna o qualche santo particolare) si comporta come una sorta di deus ex-machina, ovvero irrompe direttamente in scena per risolvere la situazione, nei più recenti, invece, è ridimensionato in un angolo e si fa solo supporre il suo intervento.
Potremmo ancora definire una diversità tra le tipologie di ex voto osservabili nei santuari di montagna o in quelli di pianura.
 Ex voto per grazia ricevuta in incidente - Santuario Sant'Anna di Vinadio
Nei primi hanno un ruolo e sono evidenti l’isolamento, la difficile raggiungibilità, la povertà diffusa e frequentemente sono dedicati a Santi della Legione Tebea (spesso protettori di animali).
Nei secondi invece traspaiono una maggiore ricchezza dell’area di riferimento e la dedica generalmente rivolta alla Vergine.
Interessante notare come siano parecchi gli ex voto dedicati agli animali. Ciò perché l’importanza del bestiame nelle campagne e soprattutto sulle montagne era fondamentale e da essi dipendeva la sopravvivenza della famiglia contadina.

Un’ultima citazione infine la meritano quei pittori che tra Ottocento e Novecento si specializzarono nella raffigurazione di queste tavolette votive. Di norma, soprattutto in città, questi quadretti erano ordinati dal committente a una bottega artigiana o a un negozio di articoli religiosi che, dati i tempi in cui la pratica di sciogliere i voti avveniva attraverso queste raffigurazioni, avevano assunto alcuni pittori per la bisogna.
Si trattava, ovviamente di artisti di strada, molto spesso rozzi e dotati di scarsa formazione teologica. Tra queste botteghe, da citare sicuramente la Libreria San Chiaffredo di Saluzzo e la Cartolibreria Lupo1 a Cirié, cui afferiva tutta l’area canavesana. È del tutto probabile che questi lavori venissero appaltati a pittori specializzati nel genere, che spesso si recavano nei villaggi a raccogliere le commesse. In alcuni santuari del Piemonte il nome di alcuni di costoro ricorre in modo quasi ossessivo, come Antonio Martino di Envie e Costamagna a Cantogno, presso Villafranca Piemonte, o Ferrone a San Chiaffredo di Crissolo o tal Azeglio alla Madonna della Bassa a Rubiana.
Spesso, costoro operavano su tele che recavano prestampata la raffigurazione della Vergine o del santo cui era intitolato il santuario e questo spiega perché su molte tavolette queste immagini non mutano da tra quadro a quadro.

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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 02.05.2022



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