Perché per simbolo di Venezia venne scelto un leone alato?
Presente in ogni angolo della città, il Leone Alato si identifica con essa da più di un millennio. Nell’829
due mercanti, Buono di Malamocco e Rustico di Torcello, trafugano da Alessadria d’Egitto le spoglie
dell’evangelista Marco, che viene nominato Santo Patrono della città. L’avvenimento segna una svolta
decisiva nella storia di Venezia, che afferma così la propria autonomia. L’identificazione di San Marco con
l’animale ha alcune fondamentali testimonianze nel Vecchio e nel Nuovo Testamento. La prima e più importante
è quella contenuta nel libro di Ezechiele (1,10). Nella visione della Gloria del Signore il profeta
(che si trovava in Babilonia, dove il popolo d’Israele era stato deportato) vede quattro esseri che hanno
forma di uomo, vitello, aquila e, appunto, leone.
I quattro esseri, raffigurazione degli evangelisti, sono rappresentati come i cherubini assiro-babilonesi,
figure alate bifronti poste a ornamento dei templi e dei monumenti. Simbolo di potenza e giustizia, il leone
è anche il simbolo del Cristo-Giudice, come del Cristo-Dottore, quando porta il libro o il rotolo.
Nell’iconografia medievale, la testa e la parte anteriore dell’animale corrispondono alla natura divina del
figlio di Dio, mentre la parte posteriore (che contrasta per la sua relativa debolezza), con la natura umana.

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