I piloni votivi - Le pose dei morti
Le pose erano frequenti in quelle località alpine collocate in regioni distanti dal cimitero, perché dovevano
servire, durante il trasferimento della salma dalla borgata al cimitero, per appoggiare la bara e far riposare
i portantini, quando questo trasporto era particolarmente lungo e disagevole. I trasporti
funebri da borgata a borgata, su sentieri stretti, erano talvolta anche pericolosi, soprattutto d’inverno
con neve e ghiaccio o con l’erba bagnata dalla pioggia. A Massello, in val Germanasca (To) la località B" Giuann,
sul sentiero che da Balsiglia porta al capoluogo, ricorda il punto in cui, nel secolo scorso, mentre si svolgeva
il funerale di un tal Giovanni Pons, nel percorrere un traverso assai esposto sul fondovalle, uno dei portantini
scivolò. Ciò fece sì che la bara, perso il sostegno di uno dei portatori, precipitasse lungo una scarpata assai
ripida e scoscesa. Molto più in basso, infatti, la località B" d" Pons, ricorda invece il luogo ove venne ritrovato
il cadavere.
Massello (val Germanasca " To) posa
A questo proposito va detto che in alcune località alpine svolgere i funerali d’inverno si
rivelava arduo e pericoloso. Il Sentiero che dalla borgata (oggi in rovina) di Narbona, in val Grana,
porta in unl’ora di marcia al cimitero di Colletto, pur essendo sostanzialmente in falsopiano risulta assai
esposto e caratterizzato da alcuni passi piuttosto rischiosi. Questo spiega la presenza, lungo il tracciato di
numerose "pose", che giustificano la denominazione con cui è ancora oggi conosciuto: "Sentiero dei morti". In questo
villaggio, come in molti altri villaggi delle Alpi, quando la sepoltura era impossibile per l’abbondanza di neve,
si poneva la bara con il cadavere nella grangia della casa, per seppellirla poi quando le condizioni lo avrebbero
consentito.
Campomolino (valGrana " Cn) Pilone lungo il sentiero dei morti
Queste strutture erano normalmente rappresentate da un pilone, cui veniva aggiunto in facciata una lastra
in pietra utile ad appoggiare la bara, oppure più semplicemente dei ripiani in materiale litico (o mattoni),
sormontati da una croce. Ciò perché l’idea della morte, nelle nostre campagne non può essere disgiunta dal
principio religioso dell’Aldilà e della resurrezione della carne.
Campoforano (val Germanasca " To) Posa dei morti
Villar di Sampeyre (val Varaita " Cn) Pilone con funzione di poso posto lungo il sentiero del cimitero
Posa dei morti ad Oncino, in val Po (Cn)
Posa dei morti a Pinerolo, sul colle di S. Maurizio
Segni sul territorio possono poi anche essere considerati i vari moniti, impressi su muri o su lapidi poste
all’ingresso dei cimiteri, utili a ricordare agli uomini la loro natura mortale. Tra le più bizzarre la scritta
in francese sull’ingresso del cimitero di Laval, in val Troncea: Pregate per noi (morti n.d.r.) e pensate a voi:
il piacere di morire senza pena vale la pena di vivere senza piacere". Oppure l’iscrizione in francese
sgrammaticato incisa su una lastra di marmo: Ici reposes non os jusq"au grand jour. Tra tutte però la più
cinica è quella impressa sul frontone del cimitero di Lajetto, in val Susa: Oggi a me, domani a te.
Iscrizione lapidea al cimitero di Fontane di Salza (val Germanasca " To)
Iscrizione al cimitero di Laval (val Chisone " To)
- Scheda generale: la funzione del pilone
- I piloni della montagna e della pianura
- Le pose dei morti
- I piloni del Cuneese (valli Varaita, Maira, Stura, Monregalese, pianura)
- La provincia di Torino e il Canavese (Valli valdesi, Susa, Lanzo, Canavese)
- Ossola e Sesia: le valli dei walser
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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 03.10.2019

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