Ratafia di moscato: un liquore casalingo dalle origini antiche
Se vi piace il vino moscato e volete preparare un liquore casalingo con il suo profumo e il
suo sapore, vi consiglio di provare il ratafià di moscato.
Si tratta di una bevanda alcolica dolce e aromatica, ottenuta dalla macerazione degli acini
d'uva moscato in alcool e zucchero, con l’aggiunta di spezie come la cannella e i chiodi di garofano.
Il ratafià di moscato ha origini antiche: si dice che fosse già conosciuto dai Romani,
che lo usavano per sigillare i trattati (da cui il nome "rata fiat", cioè "la cosa è fatta").
Oggi è un liquore tipico della tradizione piemontese, ma si può trovare anche in altre
regioni italiane, come la Liguria e la Sicilia.
La preparazione del ratafià di moscato è molto semplice e richiede solo pochi ingredienti:
2 kg di uva moscato molto matura, 200 g di zucchero, 1 l di alcool da liquori,
chiodi di garofano in polvere e cannella in polvere.
Il segreto per ottenere un buon risultato è scegliere un'uva di qualità, possibilmente
biologica e raccolta al momento giusto, quando è ben dolce e succosa.
Inoltre, bisogna schiacciare molto bene gli acini d'uva e raccogliere il succo in un barattolo di vetro;
unire lo zucchero, l’alcool, due pizzichi di cannella in polvere e due pizzichi di chiodi
di garofano in polvere.
Amalgamare bene, chiudere il barattolo e lasciare macerare per 20 giorni, agitando il contenuto ogni 24 ore.
Infine filtrare e imbottigliare.
Il ratafià di moscato si può consumare subito dopo la filtrazione, ma migliora se lo
si lascia riposare per qualche mese in un luogo fresco e buio.
Si può servire come digestivo a fine pasto, oppure come aperitivo o cocktail,
diluendolo con acqua tonica o gassosa.
Si conserva per diversi anni senza perdere le sue qualità organolettiche.
Il ratafià di moscato è un liquore casalingo che vi sorprenderà per il
suo gusto intenso e delicato, perfetto per accompagnare i momenti di convivialità.
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