Le Sacre rappresentazioni in Piemonte
Questo genere di rappresentazione, ancora assai conosciuta in Piemonte ed in molte altre regioni italiane, è
certamente figlia della consuetudine, tutta medievale, di fornire delle esemplificazioni visive delle più conosciute
vicende bibliche e soprattutto evangeliche. Questo spiega i cicli di affreschi nelle chiese, anche quando queste
erano dislocate nei villaggi più sperduti ed isolati della pianura o della montagna e spiega soprattutto la
necessità di illustrare alla gente, attraverso la drammatizzazione scenica, il mistero pasquale o quello del
natale. Si trattava della cosiddetta, Biblia pauperorum, la Bibbia dei poveri, caratterizzata da una sua simbologia
che la rendeva di immediata comprensione, in nome della quale in molte località si iniziarono a rappresentare
scenograficamente la Passione di Cristo o il Presepe, attraverso la presenza di figuranti preparati; si
trattava comunque di eventi straordinari, che coinvolgevano l’intera popolazione del luogo in cui si
svolgevano. Non va dimenticato che le Sacre Scritture, fin dopo il Concilio di Trento, furono
sostanzialmente inaccessibili ai più sia per l’analfabetismo diffuso, sia perchè per accedervi non era sufficiente
saper leggere, bisognava anche conoscere il greco o il latino. Ecco dunque le sacre rappresentazioni, organizzate
da prevosti intraprendenti o più spesso da Confraternite che in molti casi venivano
fondate proprio con questo scopo. Vi è poi un altro aspetto da considerare, legato al fatto che la Sacra
rappresentazione non si limitava ad essere un evento religioso, era anche un evento teatrale, un dramma liturgico
cui erano chiamati a recitare veri attori che si esprimevano non solo con il gesto, ma anche con le parole. Rimane
ad esempio traccia di queste sceneggiate nel Mistero Buffo di Dario Fo, ove la maggior parte delle giullarate
messe in scena dall’attore evidenziavano il tema religioso: "la resurrezione di Lazzaro", "Gli insegnamenti di
S. Benedetto".
Tra l’altro questo tipo di evento, nel Medioevo, non riguardava necessariamente soltanto la morte di Cristo,
ma anche altri episodi delle Sacre Sritture quali episodi dell’Antico Testamento, delle vite dei Santi, della
Resurrezione o del Giudizio Universale.
Di certo si sa che tale genere di manifestazioni erano già conosciute in Piemonte, tanto che nel 1463 e nl 1468
furono inscenate Passioni in Torino e nel 1481 a Revello, nel Saluzzese.
Non sono rimaste molte manifestazioni di questo genere, tuttavia ognuna tra quelle che ancora si svolgono
ha una sua tipologia che la rende profondamente diversa dalle altre.
A Venaus (in quella val Susa che, malgrado l’annientamento del suo fondovalle, rappresenta un unicum nelle valli
torinesi per i tesori artistici ed etno-antropologici che ha saputo conservare), il giovedì santo si svolge una
processione che vuol raffigurare la salita al calvario di Cristo. Pur mantenendo i caratteri di
Sacra rappresentazione, tuttavia, culmina con la caduta del Cristo davanti alla chiesa (un Cristo
paludato del colore del sangue, con una enorme croce della stessa tinta). Un tempo, probabilmente, la salita
al calvario trovava conclusione con la crocifissione, ma oggi tutto ciò è scomparso per lasciar spazio alla
funzione religiosa della lavanda dei piedi come atto conclusivo.
Sacra rappresentazione a Venaus
A Villafalletto paese della pianura torinese, va in scena non la morte, ma il funerale di Cristo. Si tratta di
una rappresentazione di origine seicentesca, il Mortorio, la cui organizzazione è affidata ad una Confraternita,
che si svolge ogni 5 anni. La scena si apre sulle tre croci sul Calvario, da una delle quali viene deposta la
statua del Cristo, che poi adagiata su una portantina, percorre le vie del centro storico scortata da 500
figuranti: monaci, soldati, pellegrini, membri delle confraternite locali e dei dintorni.
Sacra rappresentazione a Villafalletto
In ultimo Envie e Cavallermaggiore nel saluzzese, ove solo da tempi recenti (1988 e 2012) viene effettivamente messa
in scena, per le vie del paese, la Passione e la morte di Cristo, così come se si trattasse di una piéce teatrale,
con attori che interpretano una parte studiata a copione, che inizia con il Sinedrio e si conclude con la
crocifissione e la deposizione di Ns. Signore dalla croce.
Sacra rappresentazione a Cavallermaggiore
Malgrado la tradizione antica, tuttavia, le sacre rappresentazion conservatesi nell’area torinese e cuneese
(a parte Venaus e Villarfocchiardo, ove si svolge un singolare Processo a Gesù) sono dunque di origine piuttosto
recente; non tanto rieditate sulla base di antiche tradizioni, quanto concepite ex novo. Anche altrove,
in Piemonte, non esistono manifestazioni di questo genere che affondino le radici nell’antichità: la Passione di
Belvedere Langhe, famosa e suggestiva, data 1978, mentre quella famosissima di Romagnano Sesia, sebbene più antica,
ha origini settecentesche.
Una interessante imitazione di queste rappresentazioni, in Piemonte e Lombardia, è in qualche modo emblematizzata
dalla possente scenografia dei Sacri Monti, disseminati lungo la fascia prealpina del Verbano, del Sesia e del
Varesotto. Per quanto fisse nella loro plastica staticità le statue dei sacri Monti, a grandezza naturale e
dipinte con colori realistici, rivestirono per secoli un ideale funzione didascalica, nell’apprendere ai semplici
passaggi fondamentali delle vicende del nuovo e dell’antico testamento, della vita dei santi (Orta),
dei misteri dell’aldilà (Crea) o più semplicemente della passione di cristo e della sua resurrezione.
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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 03.10.2019

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