La passione di Sordevolo: evento teatrale o Sacra rappresentazione?
Per quanto ultraduecentenaria, per quanto nata come Sacra rappresentazione, la Passione di Sordevolo, piccolo
Comune in provincia di Biella diventato famoso proprio per questo evento, è oggi diventata una rappresentazione
teatrale di grande significato, forse uno tra i più grandi spettacoli corali mai esistiti in Italia.
Questa Passione affonda le radici della sua origine addirittura nel Medioevo, ovvero dalla rappresentazione, avvenuta
a Biella Piazzo nel 1529, della Vita di Abramo e della sommersione di Sodoma e Gomorra. La notizia, tratta dal
"Libro dei Conti del can. Giacomo Carrarino", conservato nell’archivio capitolare della Diocesi di Biella, ci
racconta di una delle tante manifestazioni realizzate per narrare al vulgo le vicende dell’Antico
Testamento, così come dal 1572 si iniziò a svolgere annualmente una processione detta delle Angiolette,
organizzata dalla Compagnia della Dottrina Cristiana, cui prendevano parte dai 500 ai 600 figuranti. La stessa venne
poi soppressa nel 1783 dal Vescovo Giulio Cesare Viancini, perché ormai lontana dall’esprimere valori religiosi.
Nel 1777 a Sordevolo, venne messa in scena La Conversione di S. Agostino, mentre si sa che fino a metà `800,
erano normalmente inscenate rappresentazioni sulla Resurrezione e sul Giudizio Universale, che evidentemente
richiedevano apparati scenici di un certo livello.
Per quanto sia probabile che la Passione di Sordevolo possa avere origini settecentesche, non si trova traccia
della manifestazione fino all’inizio del secolo successivo, così come delle analoghe rappresentazioni che in
quei tempi si tenevano in altre località del Biellese come Occhieppo, Cavaglià, Andorno, Romagnano Sesia,
Mongrando e Castelnuovo nel Canavese (poi Castelnuovo Nigra). In particolare a Sordevolo si parla di 1816
come data di cui si è trovata labile traccia negli archivi comunali. Di certo, da studi di inizio `900, si sa che
nel XIX secolo la drammatizzazione venne rappresentata negli anni 1850, 1860, 1865, 1871, 1876, 1881, 1886 e 1891.
Resta da chiedersi chi ha introdotto questa consuetudine e soprattutto chi ha portato il testo della Passione
nel piccolo centro biellese. Dal momento che il testo deriva dal testo recitato in Roma al Colosseo, nel XVI sec,
dall’arciconfraternita del Gonfalone, si può ipotizzare che possano essere stati imprenditori lanieri biellesi,
che nel XVII sec. intrattenevano rapporti commerciali con grossisti romani, dai quali si approvvigionavano di
lana. Tra queste molte famiglie di Sordevolo, che probabilmente, per spirito di emulazione, si incaricarono di
portare il testo nel paese, per offrire uno spettacolo di prim"ordine ai valligiani e guadagnarne in benemerenze
di vario genere. Potrebbe anche darsi, però, che siano stati gli stessi membri della Confraternita di Santa Lucia
di Sordevolo, affiliati con la Confraternita del Gonfalone di Roma, ad incaricarsi dell’operazione.
Di fatto questo evento non può essere assimilato alle normali Sacre rappresentazioni. Intanto perché non si
svolge nel periodo pasquale, bensì in quello estivo, poi perché non si tratta di una sola rappresentazione, come
di norma, ma di una serie di recite che si svolgono in tutti i sabati e domeniche del periodo estivo
(talora anche di venerdi), nell’anno in cui è previsto si debba mettere in scena. Questa passione, infatti,
viene rappresentata soltanto ogni 5 anni, in quanto estremamente complessa ed impegnativa nell’organizzazione e
nel coinvolgimento di attori e comparse, nonché di cavalli ed attrezzature varie. Da qualche anno, infatti, essa
si svolge in un enorme anfiteatro, costruito appositamente e specificamente per la manifestazione.
Naturalmente nel corso degli anni, il testo e la sceneggiatura sono cambiati, dall’edizione del 1970, ad esempio, non
compaiono più in scena pellegrini ed incappucciati, relitti della versione barocca di questo genere di spettacoli,
in quanto lo scopo della rappresentazione è volto unicamente alla messa in scena della passione, della morte e della
sepoltura di Cristo e per questo motivo è stato quindi sfrondato e depurato di tutte quelle contaminazioni
sovrastrutturali venutesi a sovrapporre nel corso dei secoli e dovute a momentanee tendenze culturali spesso poco
attinenti al tema fondamentale della morte di Cristo.
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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 03.10.2019

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