Santuario Madonna del Sasso – Il Complesso parrocchiale di Pella
Accesso: Il paese si raggiunge, da Torino, seguendo le Autostrade A4 Torino – Milano e A 26
Voltri – Sempione, fino al culmine di quest’ultima. Dall’uscita si seguono le indicazioni per Omegna,
tenendo la SR 229 e qui giunti, anziché procedere per Orta S. Giulio si continua sulla sponda opposta del Cusio,
imboccando la S.P. 46 e toccando Nonio, Cesara ed Alzo. Volgendo a destra 1,5 Km prima di Alzo, si segue una strada
in salita (S.P. 49 - indicazioni "Madonna del Sasso) che in circa 3 Km conduce al Santuario (da Torino 128 Km).
Santuario Madonna del Sasso
Il "Sasso" da cui questo santuario trae il nome è una rupe granitica che si eleva circa 200 m a picco al di sopra
del lago d’Orta, sulla sponda opposta ed esattamente in faccia all’abitato di Orta S. Giulio. La chiesa sorge sul
pianoro posto al culmine della rupe, con il sagrato erboso che si affaccia sul lago e sulla pittoresca
Isola di S. Giulio, in uno scenario che definire "fiabesco" sarebbe sminuente.
Isola di San Giulio
Considerata la sua natura la grande parete rocciosa fu per secoli sfruttata per l’estrazione della pietra statuaria e
da costruzione dalle imprese locali, l’ultima delle quali cessò l’attività nel 1978.
Rupe sulla quale si erge il Santuario Madonna del Sasso
L’odierno santuario, sorge sulle fondamenta di una cappella romanica preesistente, dedicata alla Vergine
Addolorata, sicuramente ancora in piedi nel XVII secolo. Lo attestano alcune relazioni di visite pastorali
dei vescovi novaresi, avvenute in quel tempo.
Il complesso odierno, costituito dalla grande chiesa, dal campanile e dalla casa parrocchiale, fu iniziato nel
1730 e completato in tempi di poco successivi al 1748. Per giustificare la sua posizione così esposta ed ardita,
si racconta una tragica leggenda, per la quale un soldato del luogo di nome Aicardo, avrebbe ucciso la bellissima
moglie Maria precipitandola dalla rupe ed il suo amico soldato di ventura inglese con una pugnalata, a causa di
un presunto tradimento. In realtà poco dopo il duplice omicidio avrebbe avuto modo di scoprire che alla base
dell’equivoco non c’era un tradimento, ma un salvataggio della fanciulla che l’inglese avrebbe messo in atto,
strappandola dalle mani dei soldati del duca Visconti che volevano abusare di lei. Il santuario sarebbe stato
eretto proprio per ricordare i sacrificio della ragazza.
Santuario Madonna del Sasso visto da Orta
L’opera odierna fu fortemente voluta da Pietro Paolo Minola, un abitante del vicino villaggio di Boleto, che si
era arricchito a Milano grazie ad una manifattura di calzature.
La struttura, tipicamente barocca, si presenta con una pianta a croce greca con unica grande navata centrale
sulla quale si affacciano tre altari, dislocati al culmine di tre braccia della croce (il quarto culmina con
l’ingresso al santuario). Gli affreschi sulla volta e sulle pareti sono del pittore settecentesco Lorenzo Peracino
da Cellio, mentre la pala dell’altar maggiore rappresenta una Deposizione e fu eseguita da Fermo Stella da
Caravaggio che la realizzò nel 1541 per la chiesa preesistente. Sull’altare di sinistra, sormontato da una tela
dello stesso Peracino raffigurante la morte di S. Giuseppe, è conservata una teca contenente le ossa e il sangue
di San Donato, Vescovo martire di Arezzo vissuto nel IV sec.
Interni Santuario Madonna del Sasso
Per quanto riguarda l’esterno, come detto, il complesso si affaccia su un verdeggiante sagrato che culmina sul margine della rupe ed offre
una visione mozzafiato del lago e dell’Isola di S. Giulio. Il campanile, alto e slanciato, sorge dall’edificio della casa parrocchiale
e si trova staccato di pochi metri dalla mole del santuario. Questo, di mole imponente, evidenzia un protiro a tre arcate, dotato di balaustra
con pilastrini in granito locale. Interessante constatare che i 4 capitelli delle lesene che compaiono in facciata per suddividere i tre archi
del protiro, recano in effige il cuore trafitto, simbolo della Madonna Addolorata, cui il santuario è dedicato.
Il complesso di S. Filiberto a Pella
All’ingresso settentrionale dell’abitato di Pella, sulle rive del Lago d’Orta una cinta muraria inframezzata da
caratteristici oratori votivi circonda il complesso cimiteriale di S. Filiberto costituito di una chiesa, una torre campanaria isolata,
una croce in granito posta a ricordo di una Missione seicentesca e di un antico sepolcreto.
Il complesso di San Filiberto a Pella
Le cappelle, in numero di 14, rappresentano le scene della Via Crucis, mentre la chiesa, di antichissima fondazione,
risulta essere l’unica, in Italia, dedicata a S. Filiberto di Jumiéges, abate in Guascogna vissuto nel
VII sec.
Via crucis del complesso di San Filiberto a Pella
L’intitolazione della pieve ed alcuni documenti relativi alla donazione del terreno, che fu necropoli di
età romana, permettono di collocare l’edificazione del complesso, in un periodo compreso tra l’XI ed il XII sec.
Malgrado ciò la chiesa, costituita di tre corpi di altezza diversa, corrispondenti anche ad epoche differenti e
coperti con piode, ovvero lastrine di granito locale, fu totalmente ricostruita nel XVI sec. Nell’insieme la
struttura risulta assi tormentata, per evidente effetto dei vari rifacimenti.
L’interno della chiesa evidenzia tre campate, l’ultima, più elevata delle altre, precede un abside poligonale,
con volta ad ombrello e pavimento di poco sopraelevato rispetto al piano della chiesa.
Pochi gli arredi, riassumibili sostanzialmente in due acquasantiere a stelo ed una balaustra settecentesca,
con colonnine in granito locale. Pochi altresì gli affreschi: un’immagine di S. Giulio, a destra nella terza
campata, contornato da personaggi di difficile interpretazione ed assai difficilmente databile (per quanto
compaiano scritte gotiche nel cartiglio). Altra immagine cinque-seicentesca di S. Giulio, si trova invece sotto il
portico della cappella di Lourdes.
Il campanile, infine, si caratterizza con i tipici tratti della struttura romanica, dotata di doppia serie di
bifore sui 4 lati al livello della cella campanaria e copertura in beola. Come detto in precedenza si trova
leggermente discosto dalla facciata della chiesa, sì che tra questa e la torre si apre un comodo passaggio.
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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo.

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