Le scoperte scientifiche sulla Sacra Sindone

L’impronta del corpo impressa sulla Sindone risulta da
un’ossidazione avvenuta in modo inspiegabile delle fibre
superficiali dei fili di lino, l’immagine non è certamente
stata riprodotta con sostanze coloranti o con un bassorilievo
riscaldato. La Sindone si comporta come un’immagine in negativo e
nessuno avrebbe potuto crearla ancora prima che fosse inventata la
fotografia.
25 diversi tipi di solventi, tra cui l’acqua, non degradano o
cancellano l’immagine che è stabile alle alte temperature e
diventa fluorescente ai raggi ultra-violetti.
Il gruppo sanguigno dell’emoglobina presente sulla Sindone è
AB. Le impronte del sangue seguono perfettamente la legge
dell’emodinamica.
Come da una antica usanza ebraica, sopra le palpebre del corpo sono
state rinvenutedue monetine (lepta) coniate da Pilato nel 29-30
dopo Cristo.
Sul telo vi sono pollini provenienti da 58 specie di piante, di cui
solo 17 tipiche dell’Europa. Molte di queste piante sono
estinte. Il polline più frequente è identico a quello
che si trova presso il lago di Tiberiade e nelle zone limitrofe al
Giordano.
L’intreccio del tessuto è riconducibile ad un rudimentale
telaio a pedale e la torcitura a spina di pesce era diffusa
nell’area siro-palestinese all’epoca di Cristo. Le dimensioni
della Sindone sono precise in cubiti siriani.
Sulla Sindone sono state rilevate tracce di "natron" che per la sua
proprietà di assorbire l’acqua, era utilizzato in Egitto per
l’imbalsamazione. Anche in Palestina era usato per la deidratazione
dei cadaveri. Sul telo è stata identificata anche la
presenza delle sostante di aloe e mirra, usate in Palestina ai
tempi di Cristo per la sepoltura dei cadaveri.
Sulla Sindone vi sono spore, funghi e acari simili a quelli trovati
in tombe dello stesso periodo.
Nel 1988 la datazione radiocarbonica ha fatto però risalire
il tessuto della in una data compresa tra il 1260 e il 1390. Questo
risultato ha posto dei seri problemi di compatibilità con i
risultati scientifici prima evidenziati.
È assai probabile che, viste le innumerevoli vicissitudini
affrontate dalla Sacra Sindone, alla quantità di carbonio 14
presente al momento della raccolta del lino utilizzato per tessere
la tela se ne sia aggiunto successivamente altro.
Sulla Sindone sono stati infatti ritrovati pollini, ife e spore.
Durante l’incendio patito a Chambéry il telo è
stato sottoposto ad una temperatura sufficiente a fondere un angolo
della cassa d’argento che lo conteneva ed è stato
imbevuto dell’acqua usata per spegnere il fuoco. Per lunghi
periodi è stato esposto sia all’ambiente esterno che
in ambienti chiusi saturi del fumo delle candele.

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