Itinerario in Piemonte: La Riposa - Monte Rocciamelone
Tempo: ore 3.50
Dislivello: 1333 m
Difficoltà: EE
Questo itinerario non riguarda tanto una "via sacra" quanto una montagna, a lungo tempo considerata "sacra". Il Rocciamelone,
infatti, nel medio-evo ritenuto il monte più alto del mondo e denominato "Monte Rornuleo", in onore di un non meglio identificato
Re Romolo che in estate soleva porre il suo campo presso il vicino Colle della Croce di Ferro (m 2558), è praticamente visibile dalla
pianura circostante Torino e Pinerolo ed offre, dalla sommità, un panorama di incomparabile bellezza. Sulla linea dell’orizzonte, per gran parte
occupato dal grande Glacier du Rochemelon, infatti, sono facilmente riconoscibili gli alti rilievi delle Valli di Lanzo (Bessanese, Ciarnarella, Albaron e
Croce Rossa su tutti), l’isolata Pointe de Charbonel, i gruppi della Vanoise, del Delfinato, dei Monti Bianco, Rosa e Gran Paradiso, la bella piramide del
Monviso ed i vicini massicci dell’Ambin e del Moncenisio, caratterizzati dalle cime nivali del M. Niblè e della P. Roncia.
Ogni anno, il 4 agosto, numerosi pellegrini salgono alla cima, partendo dalle Valli di Susa, di Lanzo e dalla Savoia. In questa occasione
(festa della Madonna posta sulla vetta), un tempo veniva effettuata una processione fino alla cappella della punta e si trasportava in pellegrinaggio
il trittico di Rotario, altrimenti conservato nella cattedrale di Susa.
Per salirlo dalla via normale è d’obbligo il passaggio dal grande edificio in pietra di Ca’ d’Asti, a ragione considerato il
rifugio più antico d’Italia. Esso sorge a m 2854 di quota, in posizione altamente panoramica, lungo la cresta Sud-Ovest del M.te
Rocciamelone. La struttura, appartenente alla Curia di Susa, fu infatti fondata da Bonifacio Rotario d’Asti, primo salitore del monte nel 1358,
come ricovero per pellegrini, ma subì innumerevoli restauri, tra i quali ricorderemo quelli, imponenti, del 1419, voluti da Padre Giovanni
Malabaila, rettore dell’Ospedale di S. Nicola al Moncenisio. Dopo lunghissimi anni di abbandono e rovina, lo stabile è stato ripristinato nel
1980 e messo a disposizione dei moltissimi alpinisti che salgono alla vetta della più importante ed elevata montagna della Valle di Susa.
Il grande monumento alla Madonna collocato sulla vetta del Rocciamelone, invece, realizzato a seguito di una sottoscrizione cui contribuirono
130.000 bambini d’Italia, fu inaugurato il 28 agosto 1899 e trasportato sul luogo in quell’anno dagli Alpini del Battaglione Susa.
Il rifugio "S. Maria", invece, posto a ridosso della cima della montagna ed anch’esso appartenente alla Diocesi di Susa, risale ai primi
anni '20 (1923, per l’esattezza) ed è oggi costituito da tre locali, rispettivamente adibiti a ricovero occasionale (gestito
dalla "Giovane Montagna" di Torino), cappella e sagrestia; esso fu edificato sui resti di antichissime costruzioni, forse addirittura
contemporanee alla prima ascensione conosciuta della montagna.
Questa, avvenuta il I settembre 1358, ad opera di Bonifacio Rotario d’Asti, deve essere messa
in relazione ad un voto da lui fatto quando, prigioniero dei Turchi, promise, in cambio della liberazione, di ascendere la cima più alta d’Italia
(appunto il Rocciamelone, per le credenze di quei tempi), edificando nella zona un ricovero per i pellegrini. Fu così che sulle pendici del monte
sorse il primitivo rifugio di Ca’ d’Asti, più tardi affiancato da una tondeggiante cappelletta, ancor oggi visibile, per quanto diruta.
Terminata la sua ascensione Rotario, anche lui fermamente convinto dell’importanza geo-orografica del rilievo, depose sulla vetta un trittico
metallico raffigurante la Vergine, stranamente affiancata da S. Giorgio a cavallo e S. Giuseppe, effigiato nell’atto di presentare un cavaliere,
forse lo stesso donatore dell’opera.
Accesso : dal centro di Susa, si va in 1 Km, scendendo brevemente lungo la S.S. 25 a Mompantero e di qui, per stretta strada asfaltata
si sale alla frazione Urbiano per fiancheggiare subito dopo il santuario di Madonna della Quà e poi la deviazione per il Forte
Pampalù. In prossimità del bivio dell’alpeggio del Trucco la strada diventa a fondo naturale, per proseguire poi per
l’Alpe Prariondetto ed il rifugio della Riposa 2205 m (Km 20 da Susa).
Dal parcheggio della La Riposa 2205 m, ove termina la strada proveniente da Mompantero, si rimonta per sentiero (E.P.T. 558) un ripido costone prativo,
entrando poi nel valloncello percorso dal rio Rocciamelone e risalendo, sempre piuttosto faticosamente, fino al recente rifugio di Ca’ d’Asti 2854 m,
fiancheggiato da una graziosa e ristrutturata cappella settecentesca, caratterizzata da una curiosa forma cilindrica (ore 1.45 dalla Riposa).
Superata la struttura si continua in direzione nord, seguendo un evidentissimo tracciato che, con innumerevoli zig-zag si sviluppa lungo una
desolata pietraia. Raggiunto un colletto da cui è assai piacevole la visuale sul lago del Moncenisio e sui gruppi Roncia ed Ambin,
con un lungo diagonale si raggiunge il cippo della Crocetta 3306 m, sormontato appunto da una piccola croce in ferro. Di qui la punta del Rocciamelone
appare assai vicina ed assai evidente si rivela l’itinerario. Un sentiero, intagliato a mezzacosta lungo il roccioso fianco sud-ovest della montagna,
conduce con alcuni tornantini fino ad un piccolo colletto da cui ci si affaccia sulla sottostante val Cenischia (corde fisse). Di qui, seguendo le
numerose corde di nylon ancorate alla parete (pericoloso se ghiacciato o bagnato), ci si porta alla vicinissima vetta, posta a 3538 m di quota
(ore 3.50 complessive).
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Testo e foto di Gian Vittorio Avondo. Pubblicato il 31.03.2021

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