Chiesa di Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita
Di Marco Plassio, Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0, Collegamento
Il beato Francesco Faà di Bruno divenne sacerdote a quasi 52 anni, dopo essere stato un famoso scienziato e militare nello Stato maggiore del regno di Sardegna.
Francesco Faà di Bruno si dedicò all’assistenza sociale e religiosa delle donne di servizio (serve, come allora si chiamavano), di cui è patrona appunto santa Zita, una devota domestica della Lucca del XIII secolo; fondò la Congregazione delle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio.
La chiesa di Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita fu realizzata dall’architetto Edoardo A. Mella, costruttore di molti edifici religiosi, sotto re Carlo Alberto, su indicazione del beato Francesco Faà di Bruno.
In stile neoromanico, l’austerità compositiva è imposta dal tema del suffragio per le anime degli estinti.
La facciata tripartita è in cotto e l’unico elemento decorativo è la lunetta che racchiude un bassorilievo sull’Addolorata. All’interno sono dominanti i colori scuri.
L’interno è a tre navate; la crociera del transetto è sormontata da una cupola ottagonale ed in stile romanico-bizantino che ricorda le cupole del medioevo; le volte a crociera sono decorate a cielo stellato dal pittore Costa.
Dietro l’Altare Maggiore è collocata la statua della N. S. del Suffragio, realizzata dallo scultore Antonio Tortone; i due dipinti ai lati della scultura si rifanno a episodi veterotestamentari: Giuda Maccabeo che raccoglie il denaro da inviare a Gerusalemme per espiare l’idolatria dei compagni uccisi e la discesa di Gesù agli inferi.
La cappella dedicata al fondatore si trova in prossimità dell’ingresso, nella navata di destra.
Il maestoso e snello campanile fu progettato personalmente da Faà che, per l’occasione, si avvalse della consulenza dell’architetto Alessandro Antonelli. Ha unl’altezza di 75 metri e fu costruito in soli mattoni e 32 colonnine in ghisa che formano la cella campanaria (le colonnine in ghisa amplificano il suono delle campane) con una base di 5 metri per 5. Fu osservatorio astronomico del beato matematico e un tempo seconda vetta di Torino.
Sulla sommità del campanile, posta sopra un globo, la statua dell’arcangelo Michele, guida delle anime nell’aldilà, suona la tromba per richiamare i fedeli e ricordare che il giorno del giudizio arriverà per tutti. Per effetto del vento e delle correnti, l’arcangelo suonava effettivamente la tromba.
La statua di san Michele, alta due metri e mezzo, è di bronzo ricoperto di lamine d’oro e pesa 200 chili.
Dopo la Mole Antonelliana, il campanile su cui svetta l’arcangelo è il più alto in assoluto tra quelli costruiti con laterizi tradizionali, senza l’aiuto del cemento armato.
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Messe feriali: ore 7.00 - 8.00 - 17.30 rosario e vespri
Messe festive: ore 7.30 - 9.30 - 10.30
Via San Donato 33 - tel. 011489143

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