Collegiata S. Maria della Scala
DUOMO DI CHIERI
La Chiesa è impropriamente definita duomo in quanto non fu
mai sede di cattedra episcopale, bensì collegiata in quanto
retta, sin dalla sua istituzione, da un Collegio di Canonici
presieduti dal Vescovo.
È impostata su pianta basilicale a
tre navate con cappelle laterali e ampio presbiterio. Al fianco sud
della chiesa sono addossati il poderoso campanile romanico a base
quadrata (impreziosito dalla Cappella dei Gallieri ricavata nel
piano terra affrescata tra il 1414 e il 1418) e il più
antico battistero, risalente all’episcopato del vescovo torinese
Landolfo (primo quarto ddel XI sec.)I. Al di sotto del presbiterio
è la cripta romanica a pianta semicircolare divisa in tre
piccole navate coperte con volte a crociera. Sulla volta centrale
si conserva l’affresco raffigurante la Vergine assisa tra S. Pietro
e Paolo, cronologicamente riferibile tra la fine del XIV e l’inizio
del XV secolo. Nel miro laterale sud è rappresentata
l’Anunciazione, frammento di un più vasto programma
decorativo. La facciata è ripartita in cinque campi dai
contrafforti sormontati da pinnacoli cuspidati: al centro domina la
grande ghimberga del portale maggiore, decorata a elementi vegetali
di derivazione francese: qui è collocata la madonna del
melograno, copia recente della statua fiamminga originale di fine
Trecento.
La Chiesa attuale è il frutto di una lunga serie
di fasi costruttive: nel primo decennio dell’XI secolo il vescovo
Landolfo riedificò il primitivo tempio, realizzandolo
verosimilmente a tre navate con la Cripta ed il Battistero.
Quattro secoli dopo, nel 1405 il Capitolo della Collegiata dette avvio al
rinnovamento e ampliamento gotico, concluso nella sua fase generale
nel 1436.
Delle decorazioni del periodo sopravvivono frammenti di
affresco di scuola Jaqueriana raffiguranti la Natività, la
Presentazione al Tempio, e la Adorazione dei Magi, che documentano
in Chieri i modi della pittura cortese della prima metà ddel
Quattrocento. Appartengono alla fase quattrocentesca i bellissimi
stalli del Coro, decorati nei dosali dalle rappresentazioni delle
piante medicinali e dai Profeti e dagli Apostoli nel coronamento.
Nel XVII secolo le principali testimonianze del rinnovato fervore
devozionale sono costituite dalla Cappella della Beata Vergine
delle Grazie, (aperta sul lato sinistro) e dalle Cappelle del
Corpus Domini e del Crocefisso, ricavate ai lati dell’altar
maggiore. La prima fu eretta per implorare la fine della terribile
epidemia di peste del 1630: ultimata nel 1636, fu completata nel
1642 con la statua della Madonna, opera dello scultore Pietro Botto
di Savigliano, al quale si deve anche il grande armadio intagliato
della Sacrestia.
Le Cappelle del Corpus Domini e del Crocefisso
realizzate nel corso del Seicento secondo il gusto decorativo che
si trova nelle residenze coeve della Corte Sabauda, quali la reggia
di Venaria e il Castello del Valentino; nella Cappella del
Crocefisso campeggia la grande tela di Charles Dauphin, commessa
della famiglia Balbo Bertone.
Tra il 1875 e il 1880 furono eseguiti
da Edoardo Arboreo Mella sostanziali restauri innescati da problemi
statici delle volte e da esigenze di rinnovamento del gusto
decorativo: il coro semicircolare venne riformato con l’attuale
struttura poligonale adattandovi gli stalli quattrocenteschi,
furono goticizzati i portali laterali e collocato l’Agnus Dei a
coronamento della ghimberga. L’interno fu decorato secondo il
modello neogotico con colonne a fasce di crome e volte a cielo
stellato; nella navata maggiore Andrea Gastaldi dipinse gli otto
ovali su tela.
Sito uffifciale del Duomo di Chieri

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