Chiesa di San Massimo
La Storia della Chiesa di San Massimo di Torino
La Chiesa di San Massimo, situata nella zona centrale di Torino, è un edificio di culto cattolico
che unisce bellezza architettonica e una ricca storia spirituale.
Collocata all’incrocio tra via San Massimo e via Mazzini, non lontano da corso Vittorio Emanuele II,
è un esempio significativo di architettura neoclassica dell’Ottocento nel Borgo Nuovo, quartiere che
si sviluppò nella prima metà del XIX secolo.
Origini e Fondazione
La Chiesa di San Massimo è dedicata a San Massimo, primo vescovo di Torino, vissuto nel IV secolo.
La costruzione dell’edificio attuale fu decisa nel 1843, per rispondere alle esigenze del nuovo
quartiere di Borgo Nuovo, un’area compresa tra le attuali via della Rocca, via dei Mille e via Mazzini.
La commissione giudicatrice del bando di concorso scelse i progetti degli architetti Carlo Sada e Giuseppe Leoni,
che concepirono l’edificio in stile tardo-neoclassico.
La prima pietra fu posta nel 1849 su un lotto fornito dal Comune di Torino, mentre i finanziamenti vennero
garantiti dal re Carlo Alberto con un contributo di 90.000 lire.
La chiesa fu completata e consacrata il 14 giugno 1853.
Eventi Storici
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa subì danni a causa dei bombardamenti
dell’aeronautica britannica nel dicembre 1942 e nel luglio 1943. Nonostante questo,
rimase un punto di riferimento spirituale e sociale.
Nell’inverno del 1943-1944, il parroco Pompeo Borghezio vi accolse riunioni del
Comitato di Liberazione Nazionale e aiutò ebrei e partigiani. Nel marzo 1945 ospitò un apparecchio
radiotrasmittente per fornire informazioni agli alleati.
Architettura e Arte
La Chiesa di San Massimo si presenta con una pianta a croce latina e una navata unica,
ispirata al neoclassicismo francese e piemontese.
Esterno
La facciata, in stile neoclassico, è caratterizzata da un pronao tetrastilo corinzio e
quattro nicchie con statue in marmo raffiguranti i quattro evangelisti: San Giovanni (Antonio Bisetti),
Santi Marco e Luca (Giuseppe Bogliani) e San Matteo (Santo Varni).
Le statue furono donate da Vittorio Emanuele II nel 1853 e completate negli anni successivi. L’imponente
cupola, alta 45 metri, è ornata all’esterno con statue di profeti realizzate da Giovanni Albertoni,
Silvestro Simonetta, Giuseppe Raimondi e Giuseppe Dini.
Interno
Lo spazio interno è a navata unica con copertura a botte, affiancata da cappelle laterali.
Tra le opere d’arte più significative spiccano:
- La pala della Natività della Vergine,
opera del Legnanino (1707), situata nel battistero realizzato da Cesare Reduzzi.
- L’affresco dell’abside,
realizzato da Francesco Gonin nel 1853, raffigurante San Massimo che predica ai Torinesi per incitarli a
difendersi da Attila.
- La Pietà nella cappella di San Giuda Taddeo, scolpita da Salvatore Revelli
e donata dal duca di Genova Ferdinando di Savoia-Genova.
Altri affreschi di rilievo sono opera di artisti come Gonin, Gastaldi, Paolo Emilio Morgari e Quarenghi.
La cupola interna, affrescata da Paolo Emilio Morgari, si innesta sulla volta a botte con un alto
tamburo circondato da colonne.
L’Organo Storico
Un elemento distintivo della chiesa è il pregevole organo a tre manuali, la prima grande opera del
giovane Carlo Vegezzi-Bossi.
Presentato all’Esposizione generale italiana di Torino del 1884, fu riallestito nella chiesa
l’anno successivo e completamente restaurato nel 2015.

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