Ortodossi Romeni

Costituiscono la seconda Chiesa ortodossa
più importante, dopo quella russa.
Il Patriarcato di Constantinopoli riconobbe l’autocefalia della
Chiesa ortodossa romena solo nel 1885. Prima organizzata in
Metropolia, la Chiesa divenne un Patriarcato nel 1925, con
l’espansione conseguente allla creazione della Grande
Romania.
La Legge dei culti, promulgata nel 1948 durantre il regime
comunista, introdusse uno stretto controllo statale sulla Chiesa, i
monasteri furono trasformati in laboratori artigianali ed i monaci
furono incoraggiati a dedicarsi a lavori laici. All’inizio
degli anni 1990 la chiesa fu separata dallo Stato.
La Chiesa è divisa in quattordici diocesi e il romeno ha
sostituito lo slavon nel XIX secolo quanto a lingua
liturgica.
In pratica, la più alta autorità è
rappresentata dal Santo Sinodo avendo come capo il Patriarca di
Bucarest.
La Chiesa ortodossa, con più di 19 milioni di fedeli,
rappresenta il 90 % della popolazione del paese.
La Romania oggi conta: 23 diocesi, 12 633 parrocchie, 359 monasteri
e 154 eremitaggi, 37 seminari e quindici facoltà di
teologia.

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