Giovanni Bosco

Sacerdote italiano (Becchi, Castelnuovo d'Asti
[oggi Castelnuovo Don Bosco], 1815 - Torino 1888).
Di modesta condizione, intraprese, non senza sacrifici, gli studi
ecclesiastici e fu ordinato sacerdote a Torino nel 1841. Subito
cominciò a occuparsi dei fanciulli poveri e, stabilitosi nel
sobborgo di Valdocco, fondò il primo “oratorio”
(1842) raccogliendo una ventina di ragazzi; nel 1846 i giovani di
don Bosco erano già trecento. Con la cooperazione di don Rua
e di don Cagliero, gettò poi le basi della congregazione
della Società di san Francesco di Sales il cui primo
capitolo si tenne nel 1859. A fianco di questa fondò la
congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice, detta
delle suore salesiane (1872) e da ultimo la Pia unione dei
cooperatori salesiani, terz'ordine vivente nel secolo.
Istituzioni dedicate in special modo all'educazione e
all'istruzione professionale dei fanciulli del popolo, esse
ebbero rapido e largo sviluppo. Alla morte di Giovanni Bosco i
salesiani contavano ben duecentocinquanta case.
“Don Bosco”, così familiarmente chiamato anche
dopo la canonizzazione, è da annoverare fra i grandi
educatori del XIX sec. Acuto psicologo, aveva come motto
“prevenire, non reprimere”; egli circondava i giovani
di un affetto che non escludeva la vigilanza, ma ne mitigava i
rigori e predisponeva alla letizia. Espose i suoi criteri
pedagogici, destinati a larga e rapida diffusione nella Chiesa, in
alcune opere divulgative come Il sistema preventivo
nell'educazione della gioventù (1877). Né
mancò in lui una vena polemica, che si espresse in scritti
storici (anch'essi di tipo prevalentemente divulgativo), in cui
tra l'altro deprecò la politica, specie e cclesiastica,
dei governi liberali piemontesi (Storia d'Italia, 1856).
Ciononostante ebbe la stima e la fiducia di molti uomini politici
di primo piano, e dello stesso Cavour. Questo, grazie anche alla
benevolenza mostratagli prima da Pio IX e poi da Leone XIII, gli
permise, dopo l'Unità, di svolgere una sotterranea
quanto preziosa opera di mediatore, e in certi casi di moderatore,
tra governi italiani e autorità ecclesiastiche, specie in
occasione delle delicate questioni delle nomine vescovili.
Beatificato nel 1929, fu canonizzato nel 1934. — Festa il 31
gennaio.

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