Pier Giorgio Frassati

benefattore italiano (Torino 1901-1925).
Nasce a Torino il Sabato Santo, 6 aprile 1901, da Adelaide Ametis e
da Alfredo Frassati, fondatore e direttore del quotidiano "La
Stampa", poi senatore del Regno d'Italia e ambasciatore a
Berlino. Poco aiutato nell'educazione religiosa dalla famiglia,
fin da bambino sviluppa spontaneamente una fede profonda e
saldissima, nutrita di sacramenti e dall'assidua preghiera.
Pier Giorgio frequenta il ginnasio presso la statale "Massimo
d'Azelio" e presso i Gesuiti, dove inizia la pratica della
comunione quotidiana. Si iscrive all'Apostolato della
Preghiera, di cui assolve fedelmente gli obblighi.
Partecipa inoltre alle attività di varie associazioni
cattoliche: Compagnia del SS. Sacramento (1914); Congregazione
Mariana (1918); Confraternita del Rosario (1918); Conferenza di S.
Vincenzo (1918); FUCI Torinese (1919); Giovani universitari
dell'Adorazione Notturna (1920); Giovani Operai (1920);
"Milites Mariae" della Società della
Gioventù Cattolica (1922); Terz'Ordine Domenicano
(1922), nel quale assume il nome di fra' Girolamo, ispirandosi
a Savonarola. Esprime la sua carità eroica, in particolare,
nella Conferenza di S. Vincenzo che lo spinge a donare e a donarsi
ai poveri; tanto che, come sembra, la poliomielite che lo
porterà immaturamente alla morte verrà da lui
contratta durante una delle sue visite nelle case della povera
gente. Organizza collette, manda inviti ed aiuti, sollecita
interventi medici, assunzioni per i disoccupati…; visita
regolarmente il "Cottolengo". Lo si vede passare per
Torino col carretto carico di masserizie per il trasloco di una
famiglia in miseria…
Nato in famiglia di ricchi, fa per sé una scelta di
povertà, che lo porta a dare ogni denaro a favore del
prossimo. Di carattere gioviale, trascinatore, robusto ne fisico e
nell'animo, difende con fermezza le sue idee e la Chiesa nel
difficile passaggio storico del primo dopoguerra; allo stesso modo
capace, però, di grandi delicatezze d'animo. Con gli
amici e le amiche della FUCI fonda la Società dei Tipi
Loschi, per condividere in letizia e comunione fraterna le gite in
montagna e l'amicizia fondata sulla fede e la preghiera
reciproca. Socio convinto delle organizzazioni cattoliche, ne
promuove la diffusione e partecipa con entusiasmo a incontri e
raduni nazionali.
Attento alla società e alla politica, che discerne con
lucidità, si iscrive al Partito Popolare di don Sturzo. Con
il padre, liberale, condivide la profonda avversione per il
fascismo; nel giugno 1924 gli squadristi assalgono la loro
abitazione, e Pier Giorgio li fa fuggire.
Studia da ingegnere meccanico-minerario. La sua scelta è
determinata dal desiderio di poter essere vicino a quel mondo
operaio, particolarmente provato. Durante un soggiorno in Germani
si dedica alla visita di musei, impianti minerari, circoli
giovanili e opere cattoliche di assistenza ai poveri, traendone
conferma della sua vocazione laicale. È laureando, quando la
malattia lo stronca improvvisamente, il 4 luglio 1925.
Ai suoi funerali, tra la folla numerosissima, sono presenti in
particolare i poveri da lui beneficati.
Viene sepolto a Pollone presso Biella, luogo di origine della
famiglia e dove egli era solito trascorrere le vacanze.
La sua figura diviene subito popolare, specialmente ad opera del
suo antico precettore don Cajazzi che ne scrive la biografia.
Vengono intitolati al lui bel 200 circoli giovanili.
Il processo apostolico si conclude a Torino nel 1981. viene
beatificato da Giovanni Paolo II in piazza S. Pietro, il 20 maggio
1990. Nello stesso anno la sua salma viene traslata solennemente
nel duomo di Torino. Molto conosciuto e amato anche fuori
d'Italia, trasmette un'ispirazione attualissima alla
ricerca di santità del nostro tempo.

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